Comprendere la realtà attraverso il romanzo sociale
Esistono approcci differenti per comprendere la realtà: prospettive diverse attraverso le quali è possibile delineare le caratteristiche, il profilo e le dinamiche che animano lo spazio pubblico. La pluralità di discipline quali: Storia, Filosofia, Sociologia, Economia, ecc., nella specificità metodologica che le contraddistingue, fissa specifici punti focali dai quali ricavare i dati e le interpretazioni dei fenomeni e dei contesti. L’idea che fa da sfondo all’iniziativa, qui presentata, è quella di considerare la letteratura, e in modo specifico, il romanzo sociale come momento di sintesi e di elaborazione della realtà. Entro questa prospettiva, la letteratura costituisce uno strumento di elaborazione e di analisi dei fenomeni sociali al contempo originale e estremamente efficace. Il romanzo sociale, considerato in tutte le sue declinazioni possibili, infatti, ha fornito utili e profondi spunti di riflessione sullo stato di salute dello spazio pubblico. Autori come Dickens, Steinbeck, Orwell, e l’elenco potrebbe proseguire ancora, hanno descritto con prosa efficace i fenomeni sociali, criticandone le deformazioni e presagendone le possibili conseguenze. Le scienze sociali hanno un debito intellettuale nei confronti del romanzo sociale. I cambiamenti dovuti alla rivoluzione industriale e all’ascesa della borghesia non investono soltanto la forma fisica e l’organizzazione sociale delle città, ma anche la coscienza e l’esperienza dei singoli individui. Sono mutati la cultura e i modi con cui la città è vista e raffigurata, sono cambiati gli sguardi. La grande trasformazione – tuttora in atto – è narrata e rappresentata dal romanzo sociale, ieri come oggi, con la lucidità di chi guarda gli scenari urbani dal basso, con l’occhio della quotidianità, cogliendone varietà e ricchezza talvolta meglio degli esperti.
Il 6 maggio approfondiremo tali temi a partire dai romanzi di due scrittori noti al grande pubblico della letteratura noir italiana e internazionale: Valerio Varesi e Gino Marchitelli. Le storie che animano le pagine dei loro romanzi raccontano di fughe, di ricordi passati e recenti, della storia e del modo in cui si consolida o si sottopone a critica la memoria collettiva.